Dall’incontro dei quadri locali un esame della situazione politica nazionale e provinciale.
Sabato 18 giugno 2011, il comunicato stampa del movimento Uniti per l’Autonomia.
Si è svolto a Milazzo l’incontro dei quadri del movimento Uniti come tappa di avvicinamento al prossimo congresso che vedrà il rinnovo delle cariche dopo il “passo indietro” dell’ex portavoce Massimo D’Amore perché eletto lo scorso anno assessore nella giunta Pino. Il portavoce “ad interim”, ing. Gianfranco MINNITI, ha raccolto le indicazioni di una platea che ha registrato “l’accorciarsi della distanza tra la politica nazionale e quella locale grazie ad internet ed ai social network, un linguaggio che ha visto il nostro movimento vera avanguardia nella comunicazione politica locale così come successivamente si è evidenziato in fenomeni ben più importanti come i recenti sommovimenti nel nord Africa o con i referendum”.
Uniti individua nell’attualità politica nazionale trasformazioni molto simili a quelle del 1992/93, fase in cui la classe dirigente vide un rapido cambio generazionale che, però, oggi, non può essere frutto di improvvisazione sebbene ciò sia insieme “rischio e opportunità”. Agevolare un corretto ricambio della politica, in particolare nazionale, passa dal ripristino della preferenza che lega l’eletto al territorio costringendolo a guardare verso “il basso”; da cassare totalmente quindi la politica di oggi dei “deputati nominati” che, inevitabilmente, più che pensare al territorio da governare pensano al leader che li deve indicare. Ecco perché Uniti ha deciso di sposare la causa referendaria dei comitati “Io Firmo” e raccoglierà le firme per i quattro quesiti contro “liste bloccate”, “premio di maggioranza”, “soglia di sbarramento” e “obbligo di indicazione del candidato premier”; regole pensate per un sistema che oggi è al collasso e che vanno ripensate per riequilibrare il futuro. Il movimento ha anche deliberato, a maggioranza, la partecipazione all’assemblea autonomista “costituente” convocata dal Presidente Raffaele Lombardo pur rilevando, negativamente, “l’oggettivo scollamento tra la “galassia” autonomista, cui UNITI sente di appartenere fortemente, e il nuovo nascente movimento privo di seri riferimenti accreditati sul territorio”.
Uniti individua nell’attualità politica nazionale trasformazioni molto simili a quelle del 1992/93, fase in cui la classe dirigente vide un rapido cambio generazionale che, però, oggi, non può essere frutto di improvvisazione sebbene ciò sia insieme “rischio e opportunità”. Agevolare un corretto ricambio della politica, in particolare nazionale, passa dal ripristino della preferenza che lega l’eletto al territorio costringendolo a guardare verso “il basso”; da cassare totalmente quindi la politica di oggi dei “deputati nominati” che, inevitabilmente, più che pensare al territorio da governare pensano al leader che li deve indicare. Ecco perché Uniti ha deciso di sposare la causa referendaria dei comitati “Io Firmo” e raccoglierà le firme per i quattro quesiti contro “liste bloccate”, “premio di maggioranza”, “soglia di sbarramento” e “obbligo di indicazione del candidato premier”; regole pensate per un sistema che oggi è al collasso e che vanno ripensate per riequilibrare il futuro. Il movimento ha anche deliberato, a maggioranza, la partecipazione all’assemblea autonomista “costituente” convocata dal Presidente Raffaele Lombardo pur rilevando, negativamente, “l’oggettivo scollamento tra la “galassia” autonomista, cui UNITI sente di appartenere fortemente, e il nuovo nascente movimento privo di seri riferimenti accreditati sul territorio”.
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