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sabato 14 agosto 2010

Montalbano Elicona: corso di artigianato d’arte

Il comunicato della Scuola di artigianato d’arte al Teatro dei Mentovali
Si è svolta mercoledì 11 agosto, presso il teatro comunale di Montalbano Elicona, la serata conclusiva del corso di artigianato d’arte che ha visto per alcuni mesi impegnati alcuni giovani sotto l’attenta guida di Gina e Nino Pracanica, docenti di una scuola di manualità che ha inteso recuperare e valorizzare non solo la tradizione della più genuina creatività popolare, ma anche la cultura ecosostenibile del riciclo e del riutilizzo dei materiali di risulta. La scuola, finanziata con fondi europei (progetto “Pess), è una delle forme che assume un più vasto progetto virtuoso volto a consentire, nella preziosa località di antica matrice federiciana al confine tra Nebrodi e Peloritani, di offrire nuova linfa al Castello, il quale, antico e famoso com’è, non sempre, in passato, ha goduto di un’attenzione tale da sfruttarne appieno l’identità culturale e le potenzialità turistiche. I laboratori dei due maestri restauratori di Milazzo, specialisti assoluti in particolare nella tecnica della doratura e nella ricreazione di antiche icone, sono da anni fucina di talenti e di idee innovative, nel segno della più intelligente e rispettosa declinazione delle più antiche tradizioni culturali del territorio: grazie ad essi, i quattro corsisti, tutti montalbanesi, hanno avuto, oltre che un’occasione di crescita sociale ed umana, certamente una nuova opportunità occupazionale legata alle risorse del luogo: con le tecniche apprese hanno infatti avuto modo di produrre degli oggettini tratti dalla tradizione siciliana, che potrebbero essere rivenduti sul posto e rappresentare un primo, piccolo volano di “economia viva” per il Castello, non fondata cioè solo sul mantenimento e l’apertura al pubblico –che non è già poco- dell’esistente. A coronamento del percorso di formazione effettuato, i corsisti hanno inoltre dato vita, insieme ai loro due docenti, al primo museo degli strumenti musicali della Sicilia. Si tratta di una esposizione di taglio didattico, ma che, a fronte di un notevole bagaglio di ricerche svolte dai due “conduttori”, i coniugi Pracanica, hanno dato modo ai corsisti di compiere un excursus formativo importante, in cui la manualità e la creatività sono state levatrici di conoscenza: gli strumenti ricostruiti, infatti, spaziano dalle prime realizzazioni di strumenti a corda del periodo egizio, a liuti e viole del Seicento. Tutto è riciclato, trasformato, ripensato con fantasia e rispetto della natura: le stesse teche sono vecchi infissi, recuperati ad un inedito valore espositivo. Materiali, soluzioni tecniche, design sono rigorosamente fedeli all’originale: dominano materiali come il legno ed il gesso e le tecniche più tradizionali: insieme al riuso di materiali “poveri” ed antichi sono tutti una sorta di marchio di fabbrica per i Pracanica e per le loro iniziative, sia di segno creativo che formativo. Il museo che ne è derivato si accompagna ad un altro interessante spazio espositivo, sempre visitabile nel Castello montalbanese: il museo delle armi antiche, curato da Giuseppe Averna e dalla figlia, l’antropologa Elisa, che si unisce ad altri progetti simili avviati dai due in altre parti della Sicilia. Diviso in tre sezioni (armi bianche d’attacco, armi di difesa e macchine belliche in scala) ed esistente da tre anni, il museo è formato da circa trecento pezzi pazientemente ricostruiti da Giuseppe Averna, con la consulenza della figlia Elisa e l’aiuto di Pracanica, nell’arco di molti anni e dell’ultimo triennio in particolare.
Ma i due progetti museali non esauriscono l’offerta di cultura montalbanese: la conclusione del percorso della scuola di artigianato d’arte è anche l’inizio di un progetto di rappresentazione teatrale –per il quale è stato richiesto il finanziamento- nel quale i corsisti saranno insieme scenografi, costumisti e attori, seguiti come sempre dai Pracanica, che al proprio attivo hanno anche vaste esperienze di teatro popolare e di narrazione di “cunti”. A corredo di questa iniziativa sarà anche organizzato, sempre a Montalbano, un convegno sulla commedia siciliana, per riflettere e fare il punto sulle forme più genuine di essa. Il progetto ha il significativo nome di “Teatro dei Mentovali”, cioè dei manovali –come sono i lavoratori che supportano da dietro le quinte la rappresentazione scenica-, che però usano e sviluppano la mente, e dunque le conoscenze apprese, per dare nuovo spazio ed espressione alla propria originale creatività, e, in definitiva, per recuperare appieno la propria identità e crescere dal punto di vista professionale ma soprattutto umano.

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