Pino APRILE può certo dire di aver cambiato un po’ la storia del meridionalismo e quando viene chiamato a raccontare il suo libro “Terroni”, sicuramente una delle “rivoluzioni editoriali” dell’ultimo decennio, la risposta del pubblico è di quelle importanti. Grazie al “Centro studi identità e futuro” di Milazzo, presieduto da Angelica FURNARI anche a Milazzo l’incontro, coordinato da Massimo D’AMORE, si è rivelato non solo un successo di pubblico ma anche un momento culturale di spessore, dove oltre alla riflessione, è emerso quel desiderio di riscatto meridionalista che occorre se, per dirla con i promotori, “vogliamo davvero voltare pagina”. La qualità del dibattito, l’autorevolezza dei relatori e, va detto, una buona organizzazione hanno consentito il non facile risultato di far apparire piccola l’aula magna dell’Istituto industriale malgrado la data, 22 luglio, e il sole di piena estate.
Ad aprire i lavori è stato il giornalista Giovanni PETRUNGARO, coordinatore del convegno, che ha citato una delle frasi contenute nel libro-invettiva di Aprile da un quarto di milione di copie. “Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto...” Parole che confermano una tesi tanto drammatica quanto documentatissima: i meridionali sono stati vittime di un vero e proprio genocidio da parte dei savoiardi: l'impoverimento del Meridione, è la tesi dell'Autore, non fu “la conseguenza” ma “la ragione” dell'Unità d'Italia.
Che fare? Come rispondere all’oggettiva arretratezza del sud aggravata dal ruolo di un nord economico e politico che vede il meridione solo come un’area di consumo e non un possibile concorrente alla pari?
Pino Aprile una soluzione ce l'ha: porre un ultimatum basato sulla considerazione che questa Italia, così com’è, è già divisa quindi, se la si vuole riunificare, si deve mettere il meridione alla pari con il nord come la Germania dell’ovest ha fatto con quella dell’est. L’esatto contrario di quello che i governi nazionali hanno fatto quando, di recente, persino i soldi europei per le aree sottoutilizzate (FAS) sono state destinate ad aree del nord in cui non ce ne sarebbe bisogno come ad esempio Cuneo, compiendo l’ulteriore affronto all’Unità e alla solidarietà tra popoli della stessa nazione. Temi fortemente identitari ecco perché questo libro è stato interpretato, dai tantissimi che lo hanno letto, come un vero e proprio manifesto per un rinnovato impegno socio-politico del Sud facendone quasi un oggetto di culto,. “La nostra associazione intende formare e informare su chi eravamo per capire chi potremo essere“ – ha detto la presidente Angelica Furnari – intervenuta dopo i saluti del preside dell’Istituto Stello Vadalà e dell’assessore Scolaro chiamata a rappresentare il Sindaco Pino.
Quindi la parola a Pino APRILE che ha esordito con una sua personale interpretazione proprio del nome dell’associazione organizzatrice: “Se posso permettermi, quella “e” che unisce Identità e Futuro, più che una congiunzione dovrebbe essere un verbo, perché non c’è Futuro senza Identità, non sai dove vai, se non sai da dove vieni” – ed ancora – “Non è vero che il Sud era dietro al Nord, anzi se di divario si può parlare, si tratta proprio del contrari; il Sud è stato vessato e ridotto a una colonia interna affinché si creasse la grande ricchezza in altre aree del Paese”. L’unità vera passa, oltre che recupero di identità, dalla costruzione di una Italia fondata su valori universali atti a costruire omogeneità sociale e territoriale; tutte cose oggi assenti!: “In Francia, i francesi sono tali in qualsiasi parte del territorio e tutti lavorano per la ricchezza, in senso lato, dei francesi medesimi, cioè di loro stessi. Così come in Germania, del resto – prosegue Aprile - che dopo la caduta del muro, in vent’anni ha saputo costruire l’equilibrio tra l’Est e l’Ovest, investendo sulla prima e rallentando sulla seconda, per raggiungere la parità tra le due parti”. E in Italia? In Italia una cosa simile succederebbe solo dopo 500 anni. “Per raggiungere Matera, patrimonio culturale dell’umanità – insiste ancora Aprile – gli aeroporti più vicino sono quelli di Napoli, Lamezia Terme o Bari, di certo non ogni 50 km, come al Nord. Neppure in autostrada ci si arriva, in treno poi neanche a pensarci, però gli sforzi del governo centrale puntano a migliorare il già velocissimo tratto Roma – Milano!”.
A seguire l’intervento dell’assessore regionale Mario CENTORRINO, cha oltre a portare il saluto del Governo Regionale, ha puntato il dito sulle responsabilità dei politici ed “in particolare della classe dirigente meridionale che non è stata mai all’altezza della situazione”, mentre il prof. Maurizio BALLISTRERI riferendosi al libro ha parlato di “operazione verità”, da parte di Pino Aprile ricordando che l’Unità d’Italia “è stata un’annessione al Piemonte e dopo di ciò, il Sud è stato solo sfruttato e sfregiato di tutto quanto possedeva”. Concetti ribaditi anche dal professor Alberto RUSSO che ha auspicato un risveglio delle coscienze affinchè l’Italia possa essere unità nei fatti e non soltanto per mera dichiarazione d’intenti.
In serata, infine, il secondo momento della manifestazione organizzata dal Centro Studi nell’Atrio del Carmine con lo straordinario spettacolo di Teatro Canzone “Terroni – 150 anni di menzogne”; tratto dall’omonimo libro sceneggiato e recitato da Roberto D’ALESSANDRO che si è alternato con una delle figure più importanti della musica italiana Mimmo CAVALLO. In un duetto di musica e prosa, a tratti comica a tratti drammatica per i racconti sugli eccidi di Pontelandolfo e Casalduni, oltre due ore di spettacolo nella cornice dell’Atrio del Carmine terminata in tarda serata con, fra l’altro, l’ascolto dell’intero nuovo cd di Mimmo Cavallo “Quando saremo fratelli uniti”.
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