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giovedì 25 agosto 2011

Milazzo: Questione ambientale, intervengono cinque consiglieri comunali

Milazzo, lì 25/8/2011 – il comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune, con allegato quello dei cinque consiglieri. La foto del consigliere comunale Salvatore Gitto.
Con riferimento alla questione ambientale di questi giorni, cinque consiglieri comunali (Salvatore Gitto, Filippo Cento, Franco Russo, Maurizio Foti e Francesco Messina) hanno dira-mato una nota - allegata al presente comunicato - nel quale ripercorrono la storia dell'ambiente negli ultimi venti anni e ribadiscono la necessità che l'impegno ambientalista sia portato avanti senza demagogie e strumentalizzazioni.
"Dire che l’industria inquina è come dire che il sole sorge tutte le mattine - affermano - . Il problema è capire come limitarne gli effetti, partendo dal presupposto che vanno studiate soluzioni complessive su aria, acqua, sottosuolo e tenendo sempre presenti le interazioni con altre sorgenti di inquinamento, quali traffico, porto, rifiuti, ecc., e che bisogna in ogni caso muover-si all’interno delle normative vigenti che hanno validità al di là dell’ambito locale". L’Ufficio Stampa
COMUNICATO STAMPA
Riteniamo opportuno intervenire nel dibattito apertosi sulla questione ambientale dopo il rilascio da parte degli uffici comunali della concessione edili-zia alla Raffineria di Milazzo relativa la realizzazione dell’impianto Unità di produzione idrogeno UHMU3, al fine di fare chiarezza su una problematica importante che a nostro avviso non può essere oggetto di demagogia e strumentalizzazione.
Da quando questo consiglio comunale si è insediato infatti non s’è parlato d’altro che d’ambiente, facendo passare in secondo piano tutti gli altri problemi, anche di una certa importanza, della città di Milazzo. Di colpo sono sparite tutte le forme di garantismo verso il mondo dell’Industria pur mantenendo la diffidenza e l’ilarità nei confronti di chi questi temi non si è mai stancato di trattarli, tracciando percorsi sempre validi ed attuali.
Sorvoliamo sulla scelta - che non trova definizioni - di destinare a polo indu-striale un territorio fra i più fertili al mondo, unico per caratteristiche pedoclimatiche e per la purezza delle sue acque di falda.
Dire che l’industria inquina è come dire che il sole sorge tutte le mattine. Il problema è capire come limitarne gli effetti, partendo dal presupposto che vanno studiate soluzioni complessive su aria, acqua, sottosuolo e tenendo sempre presenti le interazioni con altre sorgenti di inquinamento, quali traffico, porto, rifiuti, ecc., e che bisogna in ogni caso muoversi all’interno delle normative vigenti che hanno validità al di là dell’ambito locale.
Quando a Milazzo si cominciò a parlare di Lc Fining, nel 1993, la normativa di riferimento era il DPR 203/88 e la necessità di rientrare nei parametri di quel decreto spingeva la Raffineria a utilizzare questa tecnologia ed in quest’ottica la Regione concesse il primo nulla osta.
Passarono quattro anni, fra ricorsi e adeguamenti del progetto con conse-guente avanzamento a singhiozzo dei lavori di realizzazione.
Per fugare qualsiasi dubbio sui reali rischi per la cittadinanza, fu il Sindaco del tempo (Carmelo Pino) a convocare una conferenza di servizi per il 18 febbraio 1997, invitando tutti i soggetti interessati, dal Ministero alle Industrie fino a tutte le associazioni presenti sul territorio.
La conferenza non fece piena luce su tutti i punti e fu allora Legambiente che con nota del 20 febbraio 1997 fece formale richiesta al Ministero dell’ambiente di avviare le procedure per la Valutazione Impatto Ambientale, che arrivò nel maggio del 2000.
Arrivando ai nostri giorni, la stessa procedura è stata richiesta nel 2008 per il terzo impianto ad idrogeno, come nel primo caso con le osservazioni dei sog-getti che hanno ritenuto opportuno intervenire, ed è stata rilasciata, con una serie di prescrizioni, nel maggio di quest’anno.
A quel punto la conseguente licenza edilizia era, come riconosciuto dagli stes-si consiglieri firmatari dell’interrogazione del 5 agosto, un atto dovuto.
Adesso chiedere al Sindaco il ritiro in autotutela di una concessione edilizia, è mirare all’obiettivo sbagliato in quanto bisogna sempre operare per competenze, senza compiere abusi d’ufficio di cui poi si è chiamati a rispondere.
Sarà l’industria richiedente a dover attuare tutte le prescrizioni contenute nel decreto VIA e a dover dimostrare di averle attuate correttamente, oltre, ovviamente a doversi adeguare a tutte le normative vigenti ed anche a quelle future che dovessero, ancora più restrittivamente, normare la materia.
Per quanto riguarda poi le affermazioni che ricordano come il nostro territorio sia fra le zone con la maggior incidenza di patologie tumorali, bisognerebbe spiegare alla cittadinanza che la tecnologia dell’idrogeno viene applicata appunto per ridurre le emissioni di polveri sottili e componenti solforose in at-mosfera che sono alla base dell’insorgenza di dette patologie oltre che di tutte le fastidiose percezioni olfattive che vengono puntualmente segnalate.
Va però chiarito e dimostrato tecnicamente il potenziale pericolo per il territo-rio in caso di incidente rilevante e questo si può fare solo convocando in una nuova conferenza di servizi i tecnici progettisti e terzi, tenendo sempre presente che in fase di istruttoria VIA sono stati già rilasciati tutti i pareri positivi.
Per quanto riguarda il limite di emissioni in atmosfera è il caso di ricordare che attualmente in Italia la normativa di riferimento differisce da quella euro-pea, in quanto il famoso DL 155 de 13 agosto 2010 che doveva recepire le ultime limitazioni imposte dall’Europa, è stato oggetto di ricorso da parte dei Verdi e accolto dalla commissione europea, per cui il Ministero per l’ambiente dovrà modificare il decreto adeguandolo alla 50/2008/CE.
Questo per testimoniare come è possibile incidere alla base, seguendo i per-corsi corretti, su quelle leggi che poi dovranno garantire la salute dei cittadini, evitando di fare solo rumore e fuggendo da facili atteggiamenti demagogici.
I CONSIGLIERI COMUNALI SALVATORE GITTO, FILIPPO CENTO, FRANCO RUSSO, MAURIZIO FOTI, FRANCESCO MESSINA

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